“La costruzione degli spazi nella città è già stata ripartita tra discipline ben precise:
il verticale è stato assegnato all'architettura, l'orizzontale all'architettura di paesaggio
e la rete di linee che li attraversa e li collega all'ingegneria. La città ha tutti i progetti di cui ha bisogno.
Affinché un'altra categoria - la public art - possa avere una funzione nel progettare gli spazi della città,
l'arte deve tornare indietro ed usare uno dei suoi significati originari: l'astuzia.
La public art deve stringersi dentro, introdursi sotto, e sovrapporsi su ciò che già esiste nella città.
Il suo comportamento consiste in eseguire operazioni - che sembrano essere operazioni non necessarie -
su ambienti già costruiti: aggiunge al verticale, sottrae all'orizzontale, moltiplica e divide la rete di linee che li connette…”. Vito Acconci